| Milano ci accoglie come solo lei sa fare. Nel pomeriggio: blocco totale del traffico. Totale, non passano nemmeno le macchine a pedali. Dopo le sei: traffico intenso. Area quadrifoglio ad ogni angolo. Mercatino degli obei obei, improponibile, che smettano di farlo! Parcheggi impossibili. Parcheggio dietro un albero, se mi vogliono rimuovere l’auto devono compiere uno scempio ecologico. Odio Milano, ma la colpa è mia, conosco tantissime persone che adorano questo casino. Il teatro del Verme è da me soprannominato Teatro Berlusconi in suo onore e in onore di tutta la sua dinastia, presente passata e futura. In realtà è il posto dove vorresti ascoltare il tuo cantante preferito. Atmosfera calda da parquet, ottima acustica, bella visibilità. Pure un barettino. C’eravamo tutti: i rockettari, i rockettari pentiti, gli alternativi, i nostalgici e quelli arrivati per caso. Tutti guardavano la bancarella con le maglie dei Sonic e si chiedevano se sarebbe stata l’ultima volta. Chissà. Suonano per primi i Tall Firs, due chitarre elettriche e poco cantato: Atmosfere soffuse. Necessità di un altro caffè. Chi li ha scelti come gruppo spalla? Sono sotto contratto con il Thurston, con la sua etichetta. A fine serata ritirano gli strumenti e spengono il mixer. Ecco spiegato il mistero. MOlto invenduto, ma c'è tanta gente comunque. Le maschere ci dicono di andare avanti, scaliamo, fianiamo a otto file dal palco. Potrei andare anche più avanti, ma il mio biglietto di terzo anello che se la ride in tasca mi dice di non esagerare. Dicono che ci sono grandi musicisti e critici presenti, qualcuno dice Flea. Godano non l'ho visto, Marghe. Sul palco c'è un'arpa, un violino, una batteria. Entra il Thurston. Elegante, giacca e cravatta. Imbraccia una chitarra acustica dodici corde. Cosa mi aspetto? Un concerto delicato e silenzioso, armonico come gli ultimi suoi due album solisti. Ma i Sonic mi fregano anche stavolta. Inizia a fare lo scemo con la chitarra acustica, pure la sedici corde, come se avesse in mano l’elettrica. Non si sente un fischio. Tutto studiato alla perfezione. Code noise lunghissime. Quelli al mio fianco spalancano la bocca. Mai in un teatro si era visto un tale disprezzo di strumenti e amplificazione. A questo punto, e siamo a metà concerto, la cravatta del Thurston è legata sulla fronte del batterista, e la giacca sbattuta su una tribuna. IL rock'n'roll targato Armani dura poco, anche in quel di Milano. Guardatevi qualche pezzo su youtube. Se scoprite dove scaricare il concerto in mp3 ditemelo, vi prego. Patti Smith Math Scratch rende poco, Queen Bee And Her Pals anche. Preferisco Orchard Street e soprattutto In Silver Rain With A Paper Key. Non suona Benediction. Strano. È la canzone apripista di DT, nonché la più immediata. Forse, come ha intuito Livia, parla di cose che ormai vorrebbe mettere da parte.
Ci saluta, se ne va. Poco Trees, il suo album che mi piace di più. Troppo Psychic, che avrebbe bisogno di una chitarra elettrica. Troppo Thurston, e questo è un bene, esultiamo braccia al cielo. Che questi giovanotti del noise rock non smettano mai.
emmebr25
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